L’ARCHIVIO DEL TEMPIO DELLA BEATA VERGINE DELLA GHIARA IN REGGIO EMILIA
Per inquadrare la nascita e il formarsi dell’Archivio del Tempio della Beata Vergine della Ghiara in Reggio Emilia, che conserva i documenti prodotti sino ad ora dalla Fabbriceria che soprintende al Tempio mariano e al complesso monumentale ad esso pertinente[1] occorre ricordare due importanti date: 29 aprile 1596: la prodigiosa guarigione del sordomuto Marchino, cioè il Primo Miracolo; 6 giugno 1597: posa della prima pietra del Tempio.
Al miracolo fece subito seguito la costituzione di una Congregazione mista, composta da laici nominati dalla Comunità reggiana e religiosi appartenenti all’ordine dei Padri Servi di Maria per la gestione delle offerte e per sovrintendere alla costruzione e alla decorazione della nuova chiesa[2]. La Commissione, che assunse nel tempo varie denominazioni: Congregatione sopra li negotii della Santissima Imagine, Fabbrica Mista, Fabbrica Laica, Deputati alla Fabbrica, Deputati agli affari della Miracolosa Imagine, Commissione Amministrativa, Congregazione della Fabbrica, Commissione Economica e da ultimo Fabbriceria Laica del Tempio della Beata Vergine della Ghiara ed annessa Eredità Vallisneri Vicedomini si dotò di un proprio archivio, dapprima ubicato nel Palazzo del Comune, per il quale venne destinato un locale in cui conservare le carte, provocando controversie con i Padri Serviti e solo dalla fine del sec. XVIII nei locali del convento annessi al Tempio, in cui l’Amministrazione pose la sua sede dopo la soppressione dell’Ordine religioso. L’Archivio della Fabbrica fu aggregato a quello della Congregazione Generale delle Opere Pie per volere del duca estense dal 1776 al 1797, anno in cui il nuovo Governo Repubblicano, riconosciuto che la Fabbrica non era una congregazione religiosa, istituì l’Azienda Economica del Tempio composta di soli cittadini, scelti dalla Municipalità, che rientrò in possessi dell’Archivio[3].
Nel 1815 confluiva nell’archivio del Tempio anche quello privato del conte Girolamo Vallisneri Vicedomini, che aveva reso erede universale dei suoi beni la Ghiara[4]; le filze e i registri d’amministrazione hanno conservato una propria numerazione.
Nei secoli XIX e XX l’archivio è stato sottoposto a sei riordinamenti, i primi quattro in base a criteri giuridico-amministrativi. Il primo fu condotto da Vincenzo Bertozzi tra il 1836 e il 1845; quello eseguito nel 1865 dal notaio Emilio Bardesoni, cancelliere della Fabbriceria, resta tuttora di fondamentale importanza, in quanto su di esso l’archivio si trova ancora oggi strutturato. Si deve al ragioniere Ciro Bertolini nel 1880 la compilazione di due Indici d’archivio e del Libretto d’impianto d’archivio; nel 1883 un ulteriore riordinamento fu eseguito dal ragioniere Luigi Chierici che collocò nell’ordine dovuto tutti gli atti d’amministrazione successivi al 1875; tra il 1907 e il 1910 il direttore della Biblioteca Municipale di Reggio Emilia professore Virginio Mazzelli riordinò definitivamente l’archivio seguendo criteri storici e redasse 4.855 schede mobili manoscritte: 3.420 per le carte del Tempio e 1.435 per quelle dell’Eredità[5]. Nel 1970 la Prefettura di Reggio Emilia notificava al sindaco del comune capoluogo il notevole interesse storico che l’Archivio del Tempio della Beata Vergine della Ghiara rivestiva[6].
Tra il 1979 e il 1981 è stato eseguito l’ultimo riordinamento da Bruno Bertazzoni e Giuseppe Adriano Rossi, per incarico dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, secondo i più aggiornati criteri archivistici, rispettando l’ordinamento esistente basato sul lavoro predisposto dal Bardesoni e non mutato, come ordinamento generale, dal Mazzelli. L’Archivio, a seguito dei lavori di restauro al complesso monumentale della Ghiara, a seguito del sisma del 15 ottobre 1996, è ora ubicato in due appositi locali: sala di studio e deposito, siti al piano terreno del secondo chiostro conventuale ed è accessibile agli studiosi. Sia per l’archivio del Tempio, segnatura in uso: AMG, Tempio e dell’Eredità Vallisneri Vicedomini: segnatura AMG, Eredità sono stati compilati i seguenti mezzi di corredo: Inventario sommario, Impianto dell’archivio, Indice alfabetico[7].
Questa la attuale consistenza dell’archivio della Fabbriceria del Tempio della Beata Vergine della Ghiara:
TEMPIO
Filze: 293.
Registri e libri
Lettera A
Registri d’amministrazione, 1602 – 1978, segnatura A 1 – 107.
Lettera B
Materie ecclesiastiche, vacchette delle messe e delle spese, obblighi, provvigioni,
sessioni, indici e protocolli, 1614 – 1969, segnatura B 1 – 194.
Lettera C
Memorie storiche del Tempio, sec. XVII – 1882, segnatura C 1 – 4.
EREDITÀ
Filze: 115.
Registri e libri
Lettera D
Registri d’amministrazione, 1815 – 1961, segnatura D 1 – 13.
A quanto sopra indicato, va aggiunto il materiale costituente l’archivio di deposito e corrente conservato temporaneamente presso l’Ufficio comunale che funge da segreteria della Fabbriceria, a seguito della riforma del Regolamento della stessa approvato nel 1977 dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia. La Fabbriceria Laica del Tempio della Beata Vergine della Ghiara è di nomina comunale; è composta di cinque Fabbricieri nominati dal sindaco, di cui uno presidente; ne fanno parte di diritto il priore pro tempore della Basilica e il direttore dei Civici Musei. Inoltre si avvale dell’opera di un tesoriere-computista, di un economo, di un segretario, di un vicesegretario e di un responsabile dell’archivio. Il Tempio della Ghiara così come il patrimonio storico-artistico e l’annesso complesso monumentale della Ghiara sono di proprietà comunale.
Dato, innanzitutto, di notevole rilievo è il fatto che l’archivio si è mantenuto integro dalla sua costituzione ad oggi e che le carte sono conservate presso il Tempio mariano, di cui documentano la storia.
L’archivio ha rappresentato e continua a rappresentare la fonte più cospicua ed insostituibile per lo studio della storia e dell’arte del Tempio della Beata Vergine della Ghiara. Infatti proprio attraverso i mandati di pagamento, i registri di amministrazione, i libri dei partiti, i carteggi è stato possibile identificare i pittori, gli architetti, gli scultori, le maestranze che hanno costruito, dipinto e decorato il Tempio e le spese sostenute. Attraverso la documentazione archivistica è possibile ricostruire ed esaminare le decorazioni eseguite, gli abbellimenti apportati nel corso di quattro secoli al tempio, fino alla statuaria novecentesca che decora l’interno del Tempio, nonché conoscere i restauri condotti nel corso del tempo – tra cui i “grandiosi” eseguiti tra il 1887 e il 1891 e quelli disposti in occasione del quarto centenario del primo miracolo tra il 1994 e il 1996. Attraverso i recapiti di spese, i bilanci, i registri di amministrazione è possibile ripercorrere oltre quattro secoli di amministrazione delle due Aziende – Tempio ed Eredità -, nonché di avere un quadro esaustivo delle proprietà che il Tempio stesso possedeva nei secoli scorsi. L’archivio conserva una raccolta di mappe delle possessioni urbane e rustiche, nonché di disegni relativi a progetti di abbellimento della chiesa e di piante della basilica. Inoltre custodisce documentazione sulla “Fiera”, che si svolgeva lungo il corso della Ghiara antistante il Tempio, per otto giorni iniziando dal 29 aprile e che durò dal 1601 al 1861[8]. Fondamentale per gli studi risulta anche la serie ininterrotta delle “provvigioni” o “partiti” assunti dalle origini tutt’oggi, conservata nell’archivio.
Per quanto riguarda la storia religiosa e la devozione alla miracolosa Immagine della Madonna in adorazione del Bambino, esso conserva documenti relativi al primo miracolo – la guarigione del sordomuto Marchino – avvenuta il 29 aprile 1596, che diede origine alla costruzione della chiesa, nonché ai successivi miracoli. Inoltre custodisce documentazione sulla diffusione del culto alla Madonna della Ghiara in Italia e all’estero; sulla incoronazione della miracolosa Immagine effettuata nel 1674; sulla celebrazione dei centenari; sui voti (si ricordano quello delle “cento once d’argento” del 1630 in occasione della peste, l’altro in occasione del terremoto del 1832 e il “voto cittadino” pronunciato nell’aprile del 1945 sul finire del secondo conflitto mondiale); sulle solenni celebrazioni del IV Centenario (1996 – 1997) e sull’inscindibile legame instauratosi tra il santuario e la città[9], a cui appartiene.
Particolarmente cospicua è la serie dei rogiti, che assommano a circa 800 nell’archivio del Tempio e a circa 400 in quello dell’Eredità. La peste del 1630-1631 trova ampia documentazione nell’archivio: i numerosi testamenti ivi conservati consentono di ricostruire l’atmosfera che allora si respirava in città, le abitudini di vita e le modalità di dettare le ultime volontà, assieme alla forte devozione alla Madonna della Ghiara[10].
I numerosi inventari redatti sin dalla fine del sedicesimo secolo[11] permettono un’analisi storico-critica assai approfondita del ricchissimo patrimonio artistico – oreficerie, argenterie, gioielli, arredi sacri, tessuti – che il Tempio conserva. Poiché annesso al Tempio è il Museo-Tesoro, che conserva una campionatura assai esemplificativa di questo patrimonio, nell’estate 2008 è stato promosso dalla Fabbriceria in collaborazione con i Civici Musei un inedito ciclo di quattro incontri dal titolo”Dall’Archivio al Museo” con l’obiettivo di illustrare attraverso la documentazione archivistica il materiale esposto nel Museo[12].
Notevole importanza riveste l’archivio dell’Eredità Vallisneri Vicedomini per la conoscenza del territorio di Nigone, feudo dei Vallisneri Vicedomini, posto nell’Alto Appennino reggiano; esso conserva l’unica copia, fine sec. XVI – inizi sec. XVII dell’importantissimo Statuto di Vallisnera emanato il 4 maggio 1208[13].
Va infine sottolineato come soprattutto in coincidenza con le celebrazioni del IV Centenario del Primo Miracolo e della posa della prima pietra del Tempio (1996-1997) e negli anni successivi si è registrato un accresciuto interesse degli studiosi nei confronti del Tempio, per cui sono aumentati i frequentatori dell’archivio. Varie le tesi di laurea redatte utilizzando la documentazione archivistica. Dal 1980 la Deputazione reggiana di storia patria inaugura il proprio anno accademico con una seduta di studio concernente la storia e l’arte della Ghiara, che si svolge nella sala conferenze annessa la Tempio.
*Dedico questo contributo alla memoria di mio padre Camillo Rossi († 16 giugno 2009), che dal 1978 ha presieduto la Fabbriceria Laica del Tempio della Beata Vergine della Ghiara, facendosi promotore del restauro della Basilica e della nuova collocazione dell’Archivio del Tempio; e di Bruno Bertazzoni († 30 settembre 2005), che assieme allo scrivente ha provveduto al riordinamento dell’Archivio.
[1] Giuseppe Adriano Rossi, L’Archivio della Basilica della Madonna della Ghiara in Reggio Emilia, in Le vie della devozione: gli archivi dei Santuari in Emilia Romagna, Atti dei Convegni di Spezzano (3 settembre 1999) e di Ravenna (1 ottobre 1999) a cura di Enrico Angiolini, Modena, 2000, pp. 51-64 e la bibliografia ivi riportata; negli anni 2000 – 2005 è stato altresì provveduto da Bruno Bertazzoni e da chi scrive alla sistemazione del materiale documentario più recente in filze seguendo l’ordinamento preesistente; pertanto rispetto ai dati forniti in occasione del Convegno di Fiorano, risulta aumentata considerevolmente la consistenza numerica delle filze.
[1] Camillo Rossi, Documenti per la storia della Fabbriceria della Ghiara, in “Strenna del Pio Istituto Artigianelli”, 1983, pp. 165-167; Camillo Rossi, Un regolamento che ha sfidato i secoli, in “Reggio Storia”, N.70 (1996), pp. 41-43; Mario Iotti, L’Amministrazione del Tempio della B.V. della Ghiara di Reggio Emilia. Notizie storiche (1596-1996), in “Bollettino Storico Reggiano” A. XXX (1997) N. 93, pp. 17-92.
[1] Giuseppe Adriano Rossi, L’archivio del Tempio della Beata Vergine della Ghiara, in Il Santuario della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia, a cura di Andrea Bacchi e Massimo Mussini, Torino 1996, pp. 357-360; Giuseppe Adriano Rossi, L’Archivio della Basilica della Madonna della Ghiara in Reggio Emilia, in Le vie della devozione: gli archivi dei Santuari in Emilia Romagna, Atti dei Convegni di Spezzano (3 settembre 1999) e di Ravenna (1 ottobre 1999) a cura di Enrico Angiolini, Modena, 2000, pp. 51-64; con ampia bibliografia ed esame dettagliato delle vicende dell’Archivio e dei riordinamenti a cui è stato sottoposto. Per il ventennio dell’aggregazione occorre consultare l’archivio della Congregazione Generale delle Opere Pie conservato presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia.
[1]AMG, Eredità, filza 9, rogito CCCXXXV. Per una dettagliata descrizione della consistenza dell’Archivio dell’Eredità e dei documenti più rilevati ivi conservati, cfr. Giuseppe Adriano Rossi, Notizie sul conte Girolamo Vallisneri Vicedomini, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XXXIX (2006), N. 132, pp.5-27.
[1] Gino Badini, L’Archivio del Tempio della B.V. della Ghiara, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. IIII (1970), N. 9, pp. 1-14; lo studio risulta fondamentale per la conoscenza delle diverse fasi della formazione dell’Archivio e della sua consistenza.
[1]AMG, Tempio, filza 121, fasc. 8.
[1] Per le operazioni eseguite, cfr. Giuseppe Adriano Rossi, Prime risultanze del riordinamento dell’archivio del Tempio della Beata Vergine della Ghiara, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XIV 81981), N. 49, pp. 121-128; Giuseppe Adriano Rossi, L’Archivio della Basilica della Madonna della Ghiara in Reggio Emilia, in Le vie della devozione: gli archivi dei Santuari in Emilia Romagna, Atti dei Convegni di Spezzano (3 settembre 1999) e di Ravenna (1 ottobre 1999) a cura di Enrico Angiolini, Modena, 2000, pp. 51-64.
In data 15 gennaio 1970 la Prefettura di Reggio Emilia ha notificato al Sindaco del comune capoluogo il “notevole interesse storico” rivestito dall’Archivio del Tempio della Beata Vergine della Ghiara; AMG, Tempio, filza 121, fasc. 8.
[1] Camillo Rossi, La Ghiara fonte ricchissima di studi, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XXVII (1984), N. 81 pp. 13-15. Elio Monducci, Il Tempio della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia nei documento d’archivio, con la collaborazione di Giuseppe Adriano Rossi, Reggio Emilia, 1998, fondamentale ed esaustivo per la straordinaria messe di documenti pubblicati, per la completezza della ricerca e per la bibliografia riportata a cui si rimanda; Filippo Silvestro, Camillo Gavassetti nella cappella Pagani (1629-1630) nel Santuario della B.V. dlela Ghiara, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XL (2008), N. 137, pp. 63-84. In occasione delle celebrazioni del IV Centenario del Primo Miracolo e della posa della prima pietra (1996-1997) la basilica della Ghiara era assurta per volontà del vescovo Paolo Gibertini al rango di “concattedrale”; lo stesso vescovo aveva indetto un Anno mariano diocesano: cfr: Mons. Paolo Gibertini, Maria ieri oggi sempre. Lettera pastorale, Reggio Emilia, 1995.
[1]Carlo Lindner, La Madonna della Ghiara; Reggio Emilia, 1954; Bruno Bertazzoni, Giuseppe Adriano Rossi, Il terzo centenario del primo miracolo della B.V. della Ghiara. 1896, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XXI (1988), N. 67, pp. 53-81; Giuseppe Adriano Rossi, Il “Voto sacro” di Reggio alla Madonna della Ghiara, in “Strenna del Pio Istituto Artigianelli”, 1995, pp. 79-85; Camillo Rossi, La ricorrenza del IV centenario, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XXIX (1996), N. 89, pp. 7-9; Bruno Bertazzoni, Giuseppe Adriano Rossi, Regesto delle celebrazioni, 1998.
[1] Bruno Bertazzoni, Giuseppe Adriano Rossi, La profonda devozione e la peste del 1631, in “Reggio Storia”, N. 70 (1996), pp. 4-8; Giuseppe Adriano Rossi, La peste del 1630-1631 nei documenti dell’Archivio del Tempio, in “Bollettino Storico Reggiano”, A. XL (2008), N. 135, pp. 9-22.
[1]Giancarlo Ambrosetti in collaborazione con Bruno Bertazzoni, Giuseppe Adriano Rossi, Bernardo Tommasetti, Guida al museo della Ghiara, Reggio Emilia, 1982, 1986; Giuseppe Adriano Rossi, Gli inventari della Ghiara dei secoli XVI–XVII, Reggio Emilia, 1983.
[1] Si riporta il testo del comunicato-stampa a firma del presidente Camillo Rossi.
Nell’ambito delle manifestazioni “Una notte al Museo” promosse dai Civici Musei per l’estate 2008, si colloca un interessante ciclo di quattro incontri dedicato alla “riscoperta” del Museo della Basilica della Ghiara”.
Giovedì 26 giugno 2008, ore 21.30. Elisabetta Farioli “Argenti e oreficerie”. Presenziano Camillo Rossi, presidente della Fabbriceria Laica e padre Fiorenzo Gobbo, priore della Comunità dei Servi di Maria.
Martedì 1 luglio 2008, ore 21.30. Giuseppe Adriano Rossi “Dall’Archivio al Museo”.
Martedì 8 luglio 2008, ore 21.30. Umberto Nobili “Lelio Orsi: il bozzetto della Madonna della Ghiara e la sua pittura sacra”.
Martedì 15 luglio 2008, ore 21.30. Filippo Silvestro “Arte e devozione: gli ex voto del Tesoro”.
[1] Giuseppe Adriano Rossi, L’Archivio dell’Eredità Vallisneri Vicedomini, in Unione dei Comuni dell’Alto Appennino Reggiano, Lo Statuto di Vallisnera, Atti del Convegno di studi storici. Vallisnera, 5 settembre 2007, Felina (RE), 2008, pp.47-56.
Testo tratto da: Centro Studi Nazionale sugli Archivi Ecclesiastici di Fiorano e Ravenna, La casa di Dio, la fabbrica degli uomini, gli archivi delle Fabbricerie, Atti del Convegno di Ravenna (26 settembre 2018), a cura di Gilberto Zacchè, Modena Mucchi editore, 2009, pp. 149 – 158.